Relazione introduttiva del Presidente di Giuria
Alla dodicesima edizione del Premio Internazionale Architettura Sostenibile Fassa Bortolo hanno concorso 83 progetti da oltre 30 nazioni.
Fin da un primo esame, i membri della giuria hanno potuto trarre un giudizio complessivo positivo, poiché – anche se ciò si era potuto riscontrare in maniera analoga in precedenti edizioni – si è potuto appurare un ulteriore innalzamento del livello medio, in termini di qualità architettonica e sostenibilità ambientale, oltre ad un incremento delle tipologie di edifici proposti.
I progetti in concorso rappresentano realtà geografiche e climi diversi, differenti funzioni e l’uso di particolari componenti costruttivi, come ad esempio in relazione allo sfruttamento della luce naturale o del controllo dell’ombreggiamento.
La diversificazione delle realizzazioni, generata dalla manipolazione degli elementi dell’involucro dell’edificio, evidenzia l’influenza che essi possono avere a livello funzionale sugli influssi climatici esterni giornalieri e stagionali, nonché sull’aspetto estetico dell’edificio.
L’elevata qualità media dei contributi ha indotto ad un’analisi più complessa, che ha richiesto in molti casi una valutazione molto dettagliata e una comparazione differenziata. Per questo motivo nella discussione tra i membri della giuria ha avuto un peso considerevole sia l'identificazione delle peculiarità, la cui identità e prestazione sono state evidenziate, sia l'interazione di varie specificità che nel complesso definiscono una costruzione sostenibile.
Tra gli aspetti incontrati è stata posta particolare attenzione alle seguenti caratteristiche: alta densità urbana, possibilità di cambiamento delle funzioni mantenendo la struttura della costruzione, auto-costruzioni, diversità nella realizzazione edilizia della parete esterna, la rinascita del "calcestruzzo a vista" con il suo enorme vantaggio di coerenza e continuità del materiale, la sua robustezza e lunga durata di vita grazie all'uso di cemento fibrato ulteriormente sviluppato e colorato in pasta.
Si è registrato ancora una volta come nei progetti di piccole e medie dimensioni sia più facile arrivare a soluzioni chiare nel principio estetico, significative nella percezione e coerenti nella forma fino al dettaglio; nei sistemi strutturali complessi è invece emerso, in virtù dell’ampiezza delle funzioni ospitate e la loro idoneità nella varietà di usi, una significativa predisposizione alla durata nel tempo e all’adattabilità alle mutevoli esigenze, senza sostanziale distruzione della struttura.
Ovviamente il lavoro della giuria non è divenuto un adeguamento alle diverse personali preferenze dei membri, ma la definizione di un efficace sistema di valutazione. Al di sopra delle singolarità, si estende in generale una sequenza di criteri tecnici obiettivi di adeguata valutazione, così come si sono stabiliti nel corso degli ultimi due decenni per il "progetto sostenibile".
In ultima analisi, i lavori premiati con le medaglie d'oro e d'argento, come pure i lavori che si sono particolarmente distinti nella Shortlist grazie ai molti aspetti singolari nell’ideazione e nella realizzazione (dei quali quasi la metà ritenuti meritevoli dell’assegnazione di una "menzione d'onore"), provengono da regioni molto diverse. Essi mostrano la varietà di possibili contributi al tema e condividono un'alta qualità architettonica con una caratteristica di universalità tale da configurarsi come esempi ispiratori da assumersi, laddove possibile, nel proprio lavoro di approccio concettuale. Questo è un aspetto che non va semplicemente citato, bensì rimarcato in quanto rappresenta un elemento di eccezionalità.
Thomas Herzog
La Giuria
Thomas Herzog – Germania (Presidente)
Louisa Hutton – Gran Bretagna
Diébédo Francis Kéré – Burkina Faso
Roberto Di Giulio – Italia
Nicola Marzot – Italia (Segretario)